Il Distretto Micro
e Nano Sistemi Sicilia assieme alle Università siciliane per sconfiggere il
tumore al fegato
Da due anni, cinque
Dipartimenti siciliani lavorano su nanocarriers molecolari dei farmaci
antitumorali
Il
rilascio mirato e controllato delle nanomolecole di un farmaco per ottimizzare
la cura del tumore al fegato.Nasce
da questa idea “Liver Smart Drug”, un
progetto coordinato dal Distretto
Tecnologico Micro e Nano Sistemi Sicilia è affiancato nelle attività di
ricerca dalle Università degli Studi di
Catania, Palermo e Messina e dai loro Dipartimenti.
Il
progetto, che vanta la collaborazione di quasi 40 tra professori e ricercatori distribuiti nei diversi Atenei
siciliani, ha visto la luce nel 2020 ed è la naturale prosecuzione del progetto
“Hippocrates”, che aveva permesso di ottenere
eccellenti risultati nella cura del tumore al fegato, grazie ad avanzati nanosistemi molecolari a
base di un poliamminoacido sintetico biocompatibile.
“La necessità di proseguire la ricerca sulle cure per
l’epatocarcinoma nasce dal fatto che nel 2020 in Sicilia, il tumore al fegato è
stata la terza causa di
morte tra le patologie neoplastiche. Il progetto Hippocrates –
spiega Filippo D’Arpa, amministratore delegato del Distretto
Tecnologico Micro e Nano Sistemi Sicilia – aveva già dato dei risultati
estremante interessanti come il deposito di un brevetto per la veicolazione di
nanoparticelle di un farmaco già sul mercato, e aveva permesso di assistere alla
riduzione della massa tumorale già a pochi giorni dalla somministrazione, con
un’azione mirata rispetto alle cure chemioterapiche”.
Per questo, grazie alla collaborazione con la
Regione Siciliana, (il progetto Liver Smart Drug è finanziato tramite l’Azione 1.1.5 del PO FESR 2014/2020) il Distretto ha potuto continuare il lavoro di
collaborazione con i Dipartimenti degli Atenei siciliani per proseguire la
sperimentazione anche su altri farmaci di seconda e terza linea da assumere
oralmente. L’obiettivo del progetto, il cui coordinamento scientifico è stato
affidato alla professoressa Sabrina
Conoci, dell’Università degli Studi di Messina, sarà l’ingegnerizzazione e l’ottimizzazione
dei sistemi scoperti per avviare una collaborazione tecnologica in ambito
industriale, come le multinazionali farmaceutiche, che possano
investire in questa ricerca del tutto siciliana.